Spuntano nuove regole per l’ottenimento del Reddito di Cittadinanza. Infatti esistono alcuni reati che fanno perdere il sussidio statale.
Con il nuovo governo il Reddito di Cittadinanza è in forte discussione. In realtà già in queste settimane sono spuntati alcuni reati che fanno perdere il diritto a ricevere il beneficio pubblico. Scopriamo quindi tutti i dettagli riguardanti il nuovo modulo lanciato dall’Inps.
Sono settimane calde per l’Inps che ha deciso di aggiornare anche il modulo per fare richiesta del Reddito di Cittadinanza, alla luce della nuova legge di bilancio 2022. Infatti nello specifico l’Istituto Nazionale ha voluto semplificare il Quadro F relativo alle condizioni per beneficiare del sussidio. Questo come detto è dovuto alla nuova legge di bilancio che ha modificato i le regole in materia di controlli circa la presenza di condanne che fanno scattare la revoca del beneficio pubblico.
I reati su cui è stata messa una lente di ingrandimento nello specifico sono quelli individuati dal comma 3, articolo 7 del decreto legge n. 4/2019. Al suo interno infatti si legge che i reati interessati sono relativi alle condanne definitive per i reati di cui ai commi 1 e 2 e per quelli previsti dagli articoli 270-bis, 280, 289-bis, 416-bis, 416ter, 422, 600, 600-bis, 601, 602, 624-bis, 628, 629, 630, 640-bis, 644, 648, 648-bis e 648ter del codice penale. Ma non solo, tra i reati che porterebbero alla revoca del RdC troviamo anche i delitti aggravati ai sensi dell’articolo 416-bis.1 del codice penale, per i reati di cui all’articolo 73, commi 1, 1-bis, 2, 3 e 4, nonché comma 5 nei casi di recidiva, del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309. Nonché all’articolo 74 e in tutte le ipotesi aggravate di cui all’articolo 80 del medesimo decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990.
Tutti i reati sopraelencati prevedono tra le pene anche la revoca del Reddito di Cittadinanza. Oltre al danno poi c’è anche la beffa, visto che il condannato dovrà anche restituire quanto ha percepito indebitamente. La revoca è disposta dall’INPS ai sensi del comma 10. Il beneficio non può essere nuovamente richiesto prima che siano decorsi dieci anni dalla condanna. Tutte queste modifiche sono relative alla dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro introdotte a luglio, con l’Istituto che ci ha tenuto a ritoccare il Quadro F.
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Il tutto è avvenuto con l’obiettivo di di semplificare la compilazione della domanda Inps per il Rdc, provvedendo quindi a modificare la sezione relativa alle dichiarazioni sulle misure cautelari e sulle condanne per i reati individuati dalla normativa di riferimento. In particolare l’Istituto ha voluto separare i dati del richiedente rispetto a quelli del nucleo familiare, come confermato anche dal messaggio messaggio n. 3684 del 7 ottobre 2022. Quindi il controllo automatizzato sulla presenza di condanne con sentenza passata in giudicato da meno di dieci anni sarà effettuato su tutti coloro che presenteranno la richiesta. Il tutto avverrà tramite il casellario giudiziario.
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