L’essere umano si lascia influenzare dai colori, è risaputo. E un noto luogo comune scientifico crede che anche nello sport gli arbitri siano portati a favorire le squadre che vestono particolari colori.
Dunque gli arbitri sportivi subirebbero la cosiddetta psicologia dei colori. Chi studia i colori e l’impatto che essi hanno sulla mente umana prova da decenni a isolare gli elementi caratteristici di ogni gradazione cromatica.
Uno studio del genere si fonda sulla convinzione che ogni colore possa determinare chiari messaggi a livello inconscio e influenzare di conseguenza la mente. Indubbiamente, ogni essere umano abbina la percezione di un colore a un sentimento. Esistono poi dei valori interpretativi più o meno oggettivi, cioè comuni a ogni uomo.
Da questo punto di vista, anche un giudice chiamato a valutare oggettivamente l’azione di gioco, com’è appunto un arbitro, potrebbe favorire una squadra che indossa la maglia di un determinato colore e sfavorirne un’altra? Da anni gli scienziati cercano di studiare quali colori possano risaltare negativamente agli occhi degli arbitri, e dunque quali tinte sarebbe il caso di non indossare sulla casacca.
Tempo fa alcuni ricercatori stabilirono che il rosso potesse essere uno dei colori positivi nello sport. Pareva infatti che i giudici di gara fossero inconsapevolmente portati a sanzionare meno i giocatori vestiti con un simile colore. Tale studio è però stato contraddetto varie volte da altre analisi. Poi 2005, degli scienziati studiarono la casistica relativa alle gare olimpiche di Atene 2004 e decretarono che il rosso, almeno da un punto di vista statistico, pareva davvero favorire gli atleti.
Stesso risultato nel 2008, quando degli scienziati inglesi studiarono le performance sportive delle squadre della Premier League. Anche qui le maglie rosse risultavano avvantaggiate. Ottenevano più punizioni e rigori, e subivano meno sanzioni disciplinari per falli.
Una nuova analisi pubblicata su Psychology of Sport and Exercise ha però contraddetto l’ipotesi della positività del rosso rispetto agli altri colori. Sempre dei ricercatori inglesi hanno ripreso in mano lo studio del 2008 sulla Premier League e hanno provato che le conclusioni di quella ricerca erano errate. Con una nuova analisi, i ricercatori hanno studiato statisticamente i risultati delle partite della Premier League dal 1992 e il 2018 e hanno stabilito che nessun colore sembra più fortunato o favorito degli altri.
I colori hanno significati comunicativi precisi e influenzano le nostre emozioni. Ma l’emozione è un dominio complesso. In più ogni soggetto può attribuire ai colori emozioni e percezioni differenti, poiché l’educazione, il gusto e i valori personali possono ribaltare l’oggettività. Inoltre l’essere umano è dotato di coscienza e discernimento. Gli arbitri, nonostante la loro fallibilità e influenzabilità, sanno di essere sotto osservazione e quindi tendono a superare simpatie personali e ad autocensurare l’emotività.
Ci fu un altro studio del 2005 che arrivò a una strana conclusione: per i ricercatori i judoka vestiti di blu vincevano di più di quelli vestiti di bianco (alle Olimpiadi del 2004). Il motivo? Secondo gli scienziati le divise blu si confondevano meglio tra lo sfondo di tifosi, e dunque i movimenti degli atleti risultarono meno individuabili dagli avversari. Nel 2008, una revisione della stessa ricerca, smentì la scoperta. Secondo i nuovi studi, non ci fu alcun vantaggio oggettivo per i blu.
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Ma torniamo al calcio… Per la Social Psychological & Personality Science le maglie con elementi neri in risalto risultano più sgradite agli arbitri, dato che questo colore intenso suggerisce aggressività. Pare infatti che i bianconeri, i neroazzurri e i rossoneri ricevano in media più falli contro rispetto a chi indossa maglie più bianche o chiare. Sarà smentita anche questa? Insomma, i colori “incriminati” dovrebbero essere il nero e il rosso, che vengono associati a maggiore aggressività. Ma gli studi continuano a essere abbastanza contraddittori.
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