Tutti coloro che hanno compilato la domanda del Bonus 200 euro dovranno fare assolutamente attenzione a questo piccolo errore: si rischia grosso.
Nel corso di questo mese alcune categorie hanno dovuto presentare la domanda per riscuotere il Bonus 200 euro. Sono tantissimi però i cittadini che hanno commesso questo errore che rischia di farli rimanere a bocca asciutta: come evitarlo.
Sono diverse le categorie di lavoratori che hanno ancora diritto al bonus 200 euro. Per riceverlo però dovranno presentare domanda entro una data stabilita. Durante la verifica però l’Inps effettua alcune verifiche che non fanno altro che aumentare i tempi di ricezione. Quindi è bene non ridursi all’ultimo per inoltrare le richieste, per non rischiare di finire dopo la data di scadenza e rimanere senza l’indennità. A rivelarlo è il sito specializzato QuiFinanza che ha fatto delle prove ed ha constatato che la verifica dell’Istituto nazionale della previdenza sociale risulta essere ancora in corso per una domanda presentata lo scorso 6 ottobre.
Ad introdurre questo beneficio pubblico ci ha pensato il decreto legge n.50 del 17 maggio 2022. Infatti questa misura rientra tra i tanti tentativi introdotti dal governo Draghi per gestire l’annoso problema dell’inflazione. Tutti i cittadini che vorranno riceverlo dovranno dimostrare di aver avuto un reddito personale Irpef non superiore a 35mila euro nel 2021 . Inoltre le tempistiche per l’invio sono gestite con diverse circolari, suddivise per categorie. I titolari di partita IVA, ad esempio, possono presentarla dal 26 settembre al 30 novembre, ultima data disponibile. Dati i potenziali ritardi derivanti dalla verifica dell’Istituto è importante affrettarsi per presentare la domanda.
Bonus 200 euro, quali categorie devono fare domanda per ottenere il bonus: l’elenco completo
Sul sito del’Inps sono spuntate fuori le categorie che potranno richiedere il bonus 200 euro. Infatti sono compresi nella lista dell’Inps: iscritti alla gestione speciale degli artigiani; iscritti alla gestione speciale dei commercianti; iscritti alla gestione speciale per i coltivatori diretti e per i coloni e mezzadri, compresi gli imprenditori agricoli professionali; pescatori autonomi; liberi professionisti iscritti alla Gestione Separata, compresi i partecipanti agli studi associati o società semplici.
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Mentre per i lavoratori dipendenti il problema non si pone. Infatti questa categoria non dovrà presentare domanda. Sul sito dell’Istituto si legge: “l’articolo 31 del citato decreto prevede che l’indennità sia erogata, attraverso i datori di lavoro, ai lavoratori dipendenti, del pubblico e del privato, titolari di uno o più rapporti di lavoro, destinatari dell’esonero contributivo dello 0,8% della quota a carico del lavoratore, in relazione a contratti di lavoro stipulati prima del 24 giugno 2022“. Sarà quindi possibile presentare domanda attraverso i patronati o anche sfruttando il servizio online o il contact center.