Nel regno animale sono le femmine a dare alla luce la prole, ma c’è anche un caso speciale in cui il parto è compito del maschio.
Praticamente in tutte le specie eterogamiche la gravidanza è un processo portato avanti dalla femmina. Si conosce un’unica eccezione a quello che potremmo definire un principio universale naturale. Esiste infatti una specie in cui a portare avanti la gravidanza e a partorire è il maschio!
Per la precisione l’incredibile anomalia tocca a una famiglia dei pesci diffusa in quasi tutto il mondo. Nei mari temperati e in quelli tropicali. In questa specie la gestazione e il parto sono prerogative al 100% maschili. Parliamo dalla famiglia dei Syngnathidae. Il nome deriva dal greco antico. La parola σύν (syn) significa “insieme” e γνάθος (gnathos) significa “mascella”. Quindi Syngnathidae può essere tradotto come mascella fusa: uno dei tratti che accomuna l’intera famiglia.
Fanno parte di questa famiglia i pesci ago e i più noti cavallucci marini. Sì, nei cavallucci marini a partorire è l’individuo maschio. La femmina depone le proprie uova non fertilizzate all’interno della tasca ventrale del maschio. Poi, questi le fertilizza (come succede per ogni maschio) e porta avanti la gravidanza. Inoltre è sempre il maschietto a partorire la prole. Siamo di fronte a un caso eccezionale di viviparità, cioè di riproduzione in cui lo sviluppo embrionale avviene all’interno dell’organismo materno. Perché l’organismo materno, nei cavallucci marini, è maschile!
Gli etologi descrivono i cavallucci come mariti e padri modello. Sviluppano con la femmina un legame monogamo e sono molto attenti ai loro cari. Sono loro a seguire i figli e a curarli. Ma sono anche loro a metterli al mondo. Solo in questi pesci è dunque possibile la gravidanza maschile intesa come incubazione di embrioni o feti da parte del maschio di una specie animale.
Ovviamente in natura è possibile che alcuni soggetti intersessuali con cariotipo maschile (XY) possano sviluppare un utero. In questo caso la gravidanza può essere portata a termine solo attraverso la FIVET (fecondazione assistita). Nel 2021, dei ricercatori cinesi della Naval Medical University di Shanghai pubblicarono un preprint di uno studio assai particolari. Questi scienziati avevano provato a far rimanere incinti i ratti maschi cucendoli letteralmente insieme a femmine di ratto. Lo studio divenne in breve tempo virale e suscitò aspre polemiche di tipo bioetico.
C’è poi il caso dell’ermafroditismo sequenziale, comune a molte specie animali e vegetali. I biologi, spesso, parlano di inversione sessuale, e si verifica quando un individuo è maschio nella prima parte e poi si trasforma in femmina (il fenomeno è detto proterandrìa, ed è quello che succede all’orata. Nel caso opposto (come nella donzella), quando cioè la femmina si trasforma in maschio, si parla di proteroginìa. In questi casi però è sempre la parte femminile (originale o trasformata) a portare avanti la gravidanza.
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Ecco perché possiamo dire che quello del cavalluccio marino è un vero e unicuum. Nei nostri mari vivono tre specie di cavalluccio marino. L’Hippocampul guttulatus, meglio noto come cavalluccio marino dal muso lungo. C’è poi l’Hippocampus hippocampus, il cavalluccio marino dal muso corto. E infine c’è l’Hippocampus fuscus, anche conosciuto come il pony marino. I maschi rimangono di solito entro 1 metro quadro di territorio e non sono molto mobili. Le femmine, invece, si muovono con agilità nell’habitat: vanno sempre in giro!
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