La cultura cerca di insegnare da decenni che non esiste differenza qualitativa fra uomo e donna. La scienza, invece, ha provato che in molti casi le donne sono davvero più brave, dunque migliori, degli uomini.
Uomini e donne. Che i generi siano diversi è un dato di fatto. Che queste differenze rappresentino una discriminante qualitativa, invece, è tutto da dimostrare. Non per una fetta della comunità scientifica, ormai convinta della superiorità femminile.
Si dà per assodato che le femmine siano più forti e resistenti rispetto ad alcune malattie. C’è anche chi parla di una vera e propria superiorità genetica basata sul cosiddetto “fattore X”. Alcuni genetisti pensano infatti che il doppio cromosoma X offra potenza genetica supplementare a ogni cellula. Cosa che invece non accadrebbe negli uomini caratterizzati dall’accoppiata XY.
Altre ricerche hanno evidenziato come le femmine possiedano una capacità percettiva potenziata rispetto ai maschi. Noto è poi il vantaggio di sopravvivenza: le donne vivono in media più degli uomini. A livello evoluzionistico, poi, pare che la donna abbia sviluppato un sistema nervoso (un’intelligenza) più attiva e reattiva di quella dell’uomo. Un altro studio scientifico più recente ha infine dimostrato che le donne sono più brave degli uomini a trovare le parole e a ricordarle.
Ovviamente non tutti sono d’accordo. Gli studi, come al solito, sono disomogenei. Ci sono anche ricerche che insistono sulla superiorità maschile. Altre ancora, le più numerose, che non evidenziano alcuna differenza sostanziale fra le capacità genetiche e intellettuali di uomini e donne.
Anche per il sentire comune, cioè al di là della scienza, si crede che le donne siano in genere più brave degli uomini a trovare le parole giuste e a ricordarle. A scuola, per esempio, le bambine dimostrano maggiore spigliatezza nelle materie orali rispetto ai bambini. Ora un ampio dell’Università di Bergen, guidato dal professor Marco Hirnstein, ha provato a capire se le donne sono davvero più brave con le parole rispetto agli uomini. Il risultato è davvero molto interessante.
Le donne sono più brave degli uomini con le parole: lo studio
Hirnstein e i suoi colleghi hanno condotto una meta-analisi lavorando sui dati combinati di numerosissime tesi di dottorato, tesi di laurea e altri studi pubblicati su riviste scientifiche. Lo studio comprendeva più di cinquecento misurazioni relative a una mole di dati riferibile a più di trecentocinquantamila soggetti (cioè autori di elaborati articolati).
In questo modo i ricercatori norvegesi hanno scoperto che le donne sono davvero più brave dei maschi nell’usare le parole e nel tenerle a mente. Tuttavia pare che questo vantaggio intellettuale sia di piccola entità. La vera discriminante sta nel fatto che le donne mantengono costante nel tempo questo vantaggio sugli uomini, dall’infanzia all’anzianità. Quindi è possibile affermare che possiedono una memoria linguistica più sviluppata.
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Dal punto di vista medico i risultati dello studio spiegano perché le donne sono in genere meno esposte alla demenza senile rispetto agli uomini. Ciò, però, non significa che gli individui femmina non siano soggetti a questo tipo di degenerazione cognitiva. Anzi, c’è un problema: non incorrendo in lapsus e continuando a ricordare più cose, la demenza non viene sempre diagnosticata per tempo, dato che nelle donne la sua manifestazione è meno palese.