Durante la gravidanza un piccolo numero di cellule del feto entrano nel sangue della madre. In questo modo le madri possono godere di un incredibile vantaggio che dura assai a lungo.
Le cellule del feto attraversano la placenta ed entrano così nella circolazione sanguigna della madre. In qualche modo riescono ad annidarsi nei tessuti. Tale fenomeno è chiamato microchimerismo, ed è diffuso tra tutti i mammiferi.
Noto da tempo, il microchimerismo ha comunque alcuni effetti poco conosciuti e davvero straordinari. Dopotutto, quasi ogni particolare legato alla gravidanza può essere interpretato come un fenomeno speciale: un vero e proprio miracolo. A partire dal necessario e indissolubile legame che si instaura fra madre (partoriente) e figlio (partorito).
La gravidanza è una condizione speciale che dà origine a un legame viscerale fra due termini: la madre e il figlio. La partoriente offre al nascituro tutto ciò di cui ha bisogno: DNA, protezione, nutrimento, amore. E il figlio porterà per sempre dentro di sé l’impronta di questo legame. Eppure tale legame non è solo affettivo o parentale. La scienza ha dimostrato che il costante scambio organico di cellule dal feto alla madre riesce a cambiare per sempre la vita della partoriente e a offrile incredibili benefici.
Lo scambio in questioni di gruppi di cellule dal figlio alla madre dura più o meno per quaranta settimane, ma ha effetti duraturi e particolarmente protettivi per il benessere fisico della madre. Dopo il parto, infatti, queste cellule (assai simili a staminali) restano nella circolazione sanguigna. E in teoria ogni donna che ha partorito può conservare per sempre le cellule fetali di ogni precedente gravidanza, anche di quelle interrotte.
Alcuni studi sperimentali hanno già in passato dimostrato la capacità riparativa delle cellule microchimeriche del feto su modelli di tessuto miocardico infartuato. E non solo. Tali cellule hanno avuto effetti benefici anche sul tessuto cerebrale in pazienti affetti dal morbo di Parkinson e hanno aiutato a contrastare la proliferazione delle cellule tumorali. In pratica, è molto probabile che le cellule fetali staminali conservate nella madre sappiano agire come “reservoir gravidici” per raggiungere delle aree danneggiate per ripararle.
Giungendo per esempio nel cuore, le cellule del feto rispondono agli stimoli della differenziazione per trasformarsi in cellule specializzate. Ciò vuol dire che le cellule offerte dal bambino alla madre durante il parto, aiutano le donne a “riparare” il corpo muliebre. Ciò, dal punto di vista evoluzionistico, potrebbe avere senso già come risposta di sopravvivenza: il feto dà un sostegno “medico” alla madre, per farle portare avanti la gravidanza.
Tale scoperta è stata confermata da uno studio intitolato Microchimerismo fetale e salute materna: una revisione e un’analisi evolutiva della cooperazione e del conflitto oltre l’utero. E il senso della ricerca è questo: fondamentalmente le cellule staminali del feto sono in grado di riparare gli organi malati della madre.
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La presenza di cellule fetali è stata associata a effetti sia positivi che negativi sulla salute materna. Ed è forse per questo che la natura ha spinto per l’evoluzione di fenotipi microchimerici fetali che possano manipolare i tessuti materni. A ogni modo, è davvero affascinante che il microchimerismo fetale possa migliorare la salute materna. Ma ci sono da tenere in considerazione anche fasi in cui queste cellule possono essere ininfluenti o addirittura dannose.
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