Il Governo Meloni sta lavorando affinché venga cancellato il reddito di cittadinanza per una platea di almeno seicentomila percettori.
Cosa sta succedendo? E chi rischia di perdere il sussidio? Le informazioni disponibili sulle reali intenzioni del Governo arrivano dal viceministro al Lavoro, Claudio Durigon.
Il leghista Durigon ha dapprima assicurato che il sostegno non verrà eliminato, ma anche detto che il reddito di cittadinanza sarà cancellato per molte persone. La volontà è quella di rivedere l’intero bonus, estendendolo a tutti i soggetti che non sono nella condizione di lavorare e limitandolo per chi invece risulta come “occupabile“.
Quindi anche se il Governo Meloni non cancellerà di fatto il reddito di cittadinanza provvederà comunque a modificarlo per punire i cosiddetti “fannulloni“. Come già annunciato più volte, la misura sarà rinnovata ma con delle sostanziali novità. Il nuovo Governo vorrebbe infatti difendere il sostegno economico rivolto ai soggetti fragili, ovvero tutti coloro che non sono nella condizione di lavorare. E vuole anche garantire un’entrata sicura a pensionati in difficoltà, invalidi e chi ha figli minori di cui farsi carico.
Dall’altro lato è forte, da parte di Fratelli d’Italia e Lega, la volontà di modificare il sussidio del reddito di cittadinanza fino a prevedere una cancellazione per chi è in grado di lavorare.
Il mantra del Governo è noto: il reddito di cittadinanza non potrà essere a vita. E d’ora in poi sarà rinnovabile per periodi sempre più brevi e con un assegno a scalare. Dunque chi rifiuterà anche una sola offerta di lavoro perderà il sussidio. Proprio così: un solo rifiuto, e il reddito di cittadinanza sarà cancellato.
Reddito di cittadinanza cancellato: le categorie a rischio
L’annuncio di Claudio Durigon è in tal senso inequivocabile: “Vogliamo dare una risposta diversa a chi può lavorare: dignità attraverso il lavoro; il sussidio non può essere a vita. Va fissato un termine oltre il quale non si può andare, un po’ come con la Naspi“.
Dunque il sussidio, così come inteso e sviluppato dai grillini scomparirà presto? Durigon pensa che dopo i primi diciotto mesi, se la persona non ha trovato un lavoro andrà sospesa dal sussidio e inserita per sei mesi in un percorso di formazione e politiche attive del lavoro. “Per esempio, corsi di formazione adatti al suo profilo e alle richieste delle aziende. Percorso che, ha detto la premier Giorgia Meloni, potrebbe essere retribuito ricorrendo alle risorse del Fondo sociale europeo.”
E invece, se dopo sei mesi la persona è ancora senza lavoro, l’importo del RdC dovrebbe essere tagliato per più del 25%, con una durata massima ridotta a dodici mesi. Quindi il reddito durerà massimo un anno. In questo anno, qualsiasi percettore che sarà raggiunto da un’offerta di lavoro dovrà accettarla, pena la cancellazione del sussidio. Ciò non significa però che il cittadino non possa richiedere in futuro il RdC. Secondo i piani di Durigon, passati sei mesi dalla sospensione del reddito, se non si è ancora trovato lavoro, si potrà riottenere il bonus, ma già decurtato e valido solo sei mesi.
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La Meloni, in campagna elettorale, ha parlato di linea dura nei confronti dei “fannulloni”. E ora è passata all’azione. Vuole che il sussidio si perda al primo rifiuto di un lavoro. Ma come reagiranno i percettori a questa notizia? Secondo i dati resi disponibili da Anpal, sarebbero più di seicentocinquantamila i beneficiari del reddito “occupabili”.