Se gli effetti della cannabis sul nostro cervello durante la veglia sono molto conosciuti, cosa sappiamo degli effetti della cannabis sui sogni?
Ciò che spinge le persone a fare un uso più o meno regolare di cannabis sono i potenti effetti calmanti che questa sostanza ha sul nostro cervello.
Dal momento che questa droga leggera non ha effetti devastanti sull’organismo come quelli causati dalle droghe pesanti come eroina e cocaina, spesso si tende a minimizzare l’effetto della cannabis sul nostro organismo.
Il problema è che la cannabis è in grado di alterare il funzionamento del cervello e la nostra risposta emotiva a ciò che avviene intorno. Soprattutto i consumatori abituali possono riscontrare delle anomalie a carico del riposo notturno che non dovrebbero essere sottovalutate.
Gli effetti della cannabis sui sogni non sono positivi
Il sonno REM è il periodo del riposo in cui il nostro cervello sviluppa le immagini che chiamiamo sogni. I sogni hanno una funzione fondamentale nel funzionamento della nostra mente perché ci inducono a riflettere su situazioni difficili o emotivamente pesanti e ci permettono di rielaborare il vissuto e trovare soluzioni che da svegli non ci sono venute in mente.
Si può dire, in pratica, che i sogni sono una sorta di “palestra sicura” del nostro cervello in cui la mente si sbizzarrisce, si libera di tutto lo stress accumulato durante la veglia e si mette costantemente alla prova per contrastare e superare i traumi che ha vissuto.
Da questo si capisce quanto sognare sia fondamentale per il nostre benessere psicofisico.
Diversi studi hanno però riscontrato che la cannabis inibisce la capacità di sognare del nostro cervello. In pratica nei soggetti che fanno abituale uso di cannabis la fase REM dura molto meno.
Oltre a essere più brevi i sogni sono anche meno vividi, cioè meno realistici. Questo significa che il cervello avvia una risposta emotiva più debole a tutto ciò che ci avviene in sogno, come se avesse un atteggiamento più distaccato.
Per alcune persone si tratta di un’ottima cosa, soprattutto se sperimentano per lunghi periodi incubi e risvegli traumatici. Il problema è che un cervello che “spegne” i sogni non è un cervello che funziona al pieno delle sue capacità.
Bisogna anche sottolineare che se si interrompe il consumo di cannabis il cervello sperimenterà il cosiddetto rimbalzo REM.
In pratica, il cervello tenterà di recuperare tutta l’attività REM di cui è stato privato nel periodo di consumo di cannabis. Per farlo genererà sogni molto lunghi, molto vividi, realistici e coinvolgenti.
Per il sognatore si potrebbe trattare di un’esperienza quasi traumatica, perché non è più abituato a sognare in quel modo. Qual è la soluzione? Interrompere il consumo ricreativo di cannabis nel momento in cui ci rendiamo conto che i nostri sogni diventano meno frequenti, meno lunghi e meno intensi.