Il vischio è una pianta che associamo al Natale e ai romantici baci scambianti per tradizione sotto le decorazioni e le composizioni: ogni volta che ci si ferma sotto un rametto di questa pianta cespugliosa ci si bacia. Ma per quale ragione?
L’origine di questa usanza è antichissima, e rimanda a oscure leggende della mitologia norrena. Gli antichi popoli nordici consideravano il vischio una pianta magica e legata alle divinità.
Dato che questa pianta cespugliosa cresce sul tronco e sui rami senza toccare terra, per gli antichi norreni era un elemento sacro, da usare come rimedio curativo ma anche come un veleno. I druidi e i sacerdoti della religione dei popoli scandinavi sfruttavano il vischio per creare pozioni magiche e medicine. Oppure lo lasciavano seccare per dar vita ad amuleti portatori di amore e di fortuna.
Inoltre associavano la raccolta di questa pianta al solstizio invernale. Un periodo di festa pregno di significato, che sincreticamente si lega alla festività cristiana. E infatti alla fine dell’inverno, dopo il periodo del Natale, il vischio è più abbondante in natura.
Secondo la mitologia scandinava Baldr, figlio di Odino e Frigg, fu ucciso da suo fratello Hǫðr proprio con un rametto di vischio usato a mo’ di freccia. Tutto comincia quando Baldr si chiude in sé stesso spaventato da un sogno premonitore sulla morte. Per proteggerlo la madre Frigg raduna ogni essere vivente per imporre un giuramento: nessuno dovrà fare del male a Baldr. Ciò, però, non salverà il ragazzo… L’unico elemento che non giura è il vischio, che la dea non ritiene in alcun modo pericoloso.
Per festeggiare il giuramento tutti gli dei si riuniscono e cominciano a gettare armi e altri oggetti contro Baldr, sicuri che il giovane sia ora invulnerabile. Allora, Loki, il dio del disordine, riesce a ingannare Frigg e a farsi confessare che il punto debole del figlio è il vischio. Quindi il dio oscuro ne raccoglie una piantina e si avvicina a Hǫðr, fratello cieco di Baldr. Gli chiede di tirare per gioco il rametto contro il fratello… Poi lo guida nel lancio. Il vischio vola verso Baldr come una freccia e lo uccide.
Le lacrime di Frigg si trasformarono nelle bacche di vischio. E fu da allora che tutti i norreni appesero sulle porte in segno di rispetto dei rametti della pianta, per commemorare l’amore materno. Il vischio divenne così un simbolo di amore universale, e la stessa Frigg comandò agli uomini e alle donne di scambiarsi baci sotto di esso, ogni volta che lo incrociavano.
Perché ci si bacia sotto il vischio a Natale?
Da questa leggenda prende dunque forma la tradizione, che ha portato per secoli gli scandinavi a scambiarsi baci sotto il vischio. Ancora oggi, dunque, quando una coppia si bacia sotto il vischio a Natale, sta onorando un’antichissima tradizione pagana.
La pianta, simbolo del potere dell’amore che trascende la morte, era rispettata dai norreni e soprattutto da tutti gli innamorati, che si baciavano a lungo sotto il vischio per avere la protezione eterna della moglie di Odino. Dopotutto, la pianta ricorda la sofferenza della dea: le bacche sono le sue lacrime.
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Anche i popoli germanici erano soliti bruciare il vischio secco per allontanare la sfortuna. E questi riti si compivano a fine dicembre, ossia nel periodo natalizio. Fuori ogni casa, dunque si accendeva un ramoscello. Ma prima bisognava farlo seccare, appeso alla porta. Dunque l’usanza di scambiarsi un bacio sotto il vischio a Natale e Capodanno affonda le radici nella mitologia norrena, che associa la pianta alla morte e all’amore.