Lo dice la scienza che piangere fa davvero bene, sarebbe un vero e proprio strumento fondamentale
Piangere farebbe bene e a sottolinearlo è la scienza. Sembrerebbe che piangere sia una vera e propria valvola che permetterebbe di far fuoriuscire lo stress. Un modo per poter scaricare la tensione e sfogarsi, liberarsi da ansie e cattivi pensieri.
Piangere non è un qualcosa di anormale, nonostante i tabù culturali (catene che ci siamo auto imposte) possono davvero fare la differenza. Sembrerebbe, infatti, che a piangere di più siano in media le donne.
Versare lacrime altro che è che esprimere il proprio e profondo tato d’animo. Non è, quindi, questione di debolezza. Si può piangere per diversi motivi, tra cui il dolore fisico, una delusione, una perdita, un fallimento, un rimorso e, perché no, di gioia.
Piangere non è un fenomeno strano, ma naturale e non bisogna reprimere questo istinto. Può davvero essere utile piangere.
La scienza dice che piangere fa bene e che non bisogna essere ritrosi a riguardo
Piangere, quindi, fa bene e le donne lo farebbero di più. Questo perché, secondo gli scienziati, il sesso femminile è caratterizzato da sbalzi ormonali particolari, che seguono le fasi ovulatorie. Al momento del ciclo. Ciò perché in questa fase il corpo produce ormoni come progesterone ed estradiolo che vanno ad inficiare sulla serotonina, cosiddetto ormone della felicità.
Ma perché piangere farebbe bene? Questo è spiegato dalla produzione di encefaline e adrenocorticotropo (ACTH), le prime fungerebbero da antidolorifici naturali, il secondo da vero e proprio gestore dello stress.
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Le stime parlano chiaro, sembrerebbe che gli uomini piangano poco più di quindici volte all’anno contro le 65 al massimo delle donne. Questo si spiega perché al sesso maschile viene insegnato, inculcato che “piangere sia sbagliato”.
Un’influenza culturale che spinge maggiormente il sesso femminile a lasciarsi andare al pianto. Ovviamente quando si è piccoli non vi è molta differenza tra i due sessi in fatto di pianto. In fase adolescenziale la cosa cambia, il retaggio culturale impone delle “regole” alquanto rigide che quasi non consentirebbero gli uomini di versare lacrime.