Davvero cambieranno le regole generali per la pensione anticipata degli uomini? Ecco cosa succederà nello specifico per i lavoratori regolarmente iscritti presso l’Assicurazione generale obbligatoria (AGO).
Il trattamento pensionistico è di norma riconosciuto a tutti i lavoratori autonomi registrati presso la gestione speciale. Per esempio artigiani, coltivatori diretti, commercianti, eccetera. Ma anche ai lavoratori iscritti presso i fondi sostitutivi e quelli registrati presso la Gestione Separata.
Dal primo gennaio 2023, gli italiani si aspettavano di conoscere una nuova riforma del sistema pensionistico, così come promesso dalla Lega di Salvini durante la campagna elettorale. Ma a ben vedere cambierà pochissimo. In generale si continuerà a orientare la procedura della pensione anticipata sui criteri connessi alla riforma delle pensioni introdotta dall’ormai famosa Legge Fornero, regolamentata dall’articolo 24 del decreto legge n. 201/2011.
Dunque la Legge Fornero non è stata affatto abolita. Sussistono dunque le due vecchie ordinarie per andare in pensione. O si smette a 67 anni, oppure con 42 anni e 10 mesi di contributi. L’unica differenza l’anno in meno per le donne. In pratica si parla ancora di classica pensione di vecchiaia o di pensione anticipata.
Di fatto il Governo Meloni ha introdotto solo una misura transitoria, valida solo per il 2023: Quota 103. In più l’esecutivo prorogherà per un altro anno Ape Sociale e Opzione Donna.
Stando ai criteri vigenti, dunque, gli uomini che hanno maturato un montante contributivo al 31 dicembre 1995, e rientrano nel sistema misto, possono richiedere la pensione anticipata indipendentemente dall’età anagrafica raggiunta. C’è però bisogno di un’anzianità contributiva non inferiore a 42 anni e 10 mesi…
Pensione anticipata uomini: tutti i requisiti
Il Governo italiano, nel 2016, introdusse un ridimensionamento del criterio contributivo a 41 anni, indipendentemente dall’età anagrafica raggiunta dal lavoratore. Ma al contempo aggiunse un altro requisito di tipo lavorativo. In pratica, si stabilì che potessero accedere alla pensione anticipata con 41 anni solo gli uomini che hanno maturato un anno di lavoro effettivo prima del diciannovesimo compleanno.
Nelle disposizioni generali che regolano la misura fu anche introdotto un profilo meritevole di tutela. Per questo l’adesione al trattamento spetta solo a chi rientra nella categoria di disoccupati, invalidi civili, caregiver (cioè a chi assiste disabili gravi), lavoratori usuranti e gravosi.
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In sintesi? Sembra chiaro che il requisito contributivo è fermo alla riforma Fornero, cioè ai 41 anni. Con il sistema contributivo del 2023, per coloro che possiedono un’anzianità contributiva maturata dopo il 31 dicembre 1995, l’INPS procede al calcolo del trattamento attraverso il sistema contributivo. I lavoratori interessati possono richiedere la pensione anticipata, senza la condizione anagrafica, se hanno maturato 42 anni e 10 mesi di contribuzione.